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Agribusiness: una frontiera strategica per investitori immobiliari

28.11.2025

Cos’è l’agribusiness e come si inserisce nel mondo immobiliare

Con il termine agribusiness si fa riferimento all’intera filiera agricola che connette il terreno produttivo con i processi post-raccolta, la logistica, il confezionamento e la distribuzione, fino alla commercializzazione e agli accordi commerciali pluriennali.

Si tratta di un insieme di asset fisici e contratti che, a differenza dell’immobiliare tradizionale, genera rendimento sia dall’apprezzamento fondiario sia dai flussi di cassa operativi. Nei dossier settoriali più recenti, l’Europa meridionale emerge come area con condizioni pedoclimatiche (suolo e clima) e know-how ideali per colture ad alto valore come, ad esempio, olivo, mandorlo, agrumi, vite e kiwi: qui la diversificazione colturale e l’accesso a mercati maturi riducono la volatilità e migliorano la bancabilità dei progetti.

Dal punto di vista di un investitore o di un operatore immobiliare, questa asset class si configura, quindi, come un ibrido tra asset fisici (terreni, impianti, infrastrutture post-harvest, ovvero impianti e le strutture che permettono di gestire, conservare, trasformare e valorizzare il prodotto agricolo dopo la raccolta) e flussi operativi legati alla produzione agricola.

Per dirla in altre parole, non soltanto si investe nel suolo, ma si entra in filiera, con la possibilità di generare ricavi ricorrenti e apprezzamento del capitale fondiario. Diversamente dalle tipiche asset class immobiliari – uffici, retail, residenziale – l’agribusiness aggiunge una dimensione produttiva e legata alla domanda globale di cibo e materie prime agricole.

Nel nostro ruolo di full service provider del real estate con vocazione all’innovazione e alla sostenibilità, l’agricoltura integrata si presenta come un’opportunità di diversificazione coerente con la nostra visione. Si pone, infatti, come alternativa credibile agli asset tradizionali

Perché agribusiness è una asset class interessante

La rilevanza dell’agribusiness per investitori istituzionali e operatori real estate si fonda su diversi pilastri.

Innanzitutto, la domanda globale. La crescita demografica, il cambiamento delle diete nei Paesi emergenti, l’urbanizzazione, spingono l’aumento della produzione agricola mondiale: secondo alcuni studi sarà necessario incrementarla di oltre il 20-25% nei prossimi anni. Questo trend mette sotto pressione le risorse terra e acqua e, in aree vocate, crea un contesto favorevole per investimenti che guardano al lungo termine.

In secondo luogo, la natura reale del suolo agricolo, specialmente se irriguo o dotato di infrastrutture di post-raccolta, offre caratteristiche meno correlate ai cicli del mercato immobiliare tradizionale, risultando un valido strumento di diversificazione nel portafoglio.

Infine, la spinta all’innovazione e alla sostenibilità rende l’agribusiness compatibile con i requisiti ESG e con l’aspettativa, da parte degli investitori, di asset class future-proof. In Italia il mercato Foodtech e Agritech sta crescendo: nel 2023 solo il comparto food-agritech ha registrato investimenti per circa 167 milioni di euro.

Per tutti i motivi elencati, inserire l’agribusiness nel perimetro di una piattaforma immobiliare significa cogliere un’opportunità che coniuga produzione reale, valorizzazione del territorio, tecnologia e servizio.

Perché in Italia ancora pochi operatori real estate lo gestiscono

Se il potenziale è evidente, il motivo per cui molti operatori immobiliari in Italia non lo considerano pienamente è legato ad alcuni ambiti specifici.

Da un lato, l’agricoltura richiede competenze diverse rispetto al real estate tradizionale: agronomi, gestori agricoli, operazioni post-raccolta, ciclo produttivo e vendite. In Italia, questa figura di “farm manager” professionale che unisce agronomia e business è ancora poco diffusa.

Dall’altro, la frammentazione della proprietà fondiaria in molte aree rende difficile aggregare lotti con scala operativa significativa, condizione necessaria per attrarre investitori istituzionali.

Inoltre, la struttura contrattuale è più complessa: serve dotarsi di infrastrutture, linee post-harvest, accordi di off-take e capacità logistica, aspetti che non sono parte dei know-how classici del settore immobiliare.

Ancora, gli aspetti regolatori-ambientali – dal diritto d’acqua all’accesso agli incentivi, dal cambiamento climatico alla tecnologia – richiedono un’analisi specialistica: non basta valutare metri quadri o canoni, ma occorre valutare rese per ettaro, qualità del suolo, infrastrutture di irrigazione, certificazioni.

Questo gap genera un effetto barriera all’ingresso. Infine, la liquidabilità storica di terreni agricoli italiani non è al livello delle classi immobiliari più tradizionali: per gli investitori abituati a un orizzonte più standardizzato, questo profilo richiede un cambio di paradigma.

Casi italiani di gestione agribusiness

In Italia si stanno già delineando alcune esperienze che mostrano come l’agribusiness possa essere gestito in modalità professionale e scalabile, pur partendo da contesti tradizionali.

Con questa prospettiva, Morning Capital guarda a questa frontiera come una possibile parte integrante della propria value proposition, con l’obiettivo di essere protagonista di un real estate rigenerativo, tecnologico e sostenibile.

In una regione centrale del Paese, una vasta azienda agricola ha disposto terreni in lotti contigui e ha adottato una rotazione di colture – cereali, legumi e foraggi – integrata con infrastrutture meccaniche moderne e sistemi irrigui efficienti. Questo modello dimostra come l’ampiezza del terreno, la continuità della conduzione e l’efficienza operativa possano trasformare un comparto agricolo in un progetto adatto a investitori istituzionali.

Un altro caso significativo si trova nel Lazio, dove una società specializzata nella produzione di frutti ha collegato la coltivazione con la fase di confezionamento, stoccaggio e consegna a un unico acquirente tramite contratto dedicato. L’intervento ha riguardato un centinaio di ettari, sistemi irrigui avanzati e impianti di selezione del prodotto all’interno dello stesso sito produttivo. Quel tipo di integrazione operativa tra coltivazione e logistica rende l’asset più trasparente e attraente per capitali professionali.

Nel Nord-Est, infine, in ambito vitivinicolo, è presente una proprietà che ha scelto di operare su una denominazione fortemente riconosciuta, con investimenti in cantina e accordi di conferimento dell’uva che garantiscono reddito e visibilità. L’associazione con marchi, la possibilità di export e la co-gestione con operatori della filiera creano quel mix di terra, produzione e mercato che dà sostanza all’agribusiness come asset strategico.

Queste esperienze non rappresentano eccezioni isolate, ma indicano come l’Italia disponga di aree e opportunità in cui l’agribusiness può uscire dal recinto dell’agricoltura familiare per assumere struttura, scala e professionalità.

Per chi opera nel real estate e nell’investimento, la chiave sta nel saper riconoscere le proprietà che rispondono a criteri di coltura vocata, infrastruttura funzionale, posizione competitiva, e filiera commerciale consolidata.

Agribusiness: la visione di Morning Capital

Per Morning Capital, l’agribusiness può rappresentare una estensione naturale della nostra offerta di servizi: la nostra mission è di gestire patrimoni immobiliari complessi, integrare servizi digitali e generare valore attraverso strategie innovative.

Immaginiamo un’acquisizione mirata di terreni, in collaborazione con operatori agricoli selezionati, dotando l’asset di infrastruttura post-raccolta, piattaforma digitale di tracciabilità, e accordi di off-take per garantire flussi di cassa.  Non solo “terre da coltivare”, ma progetti infrastrutturali in ambito agricolo-industriale con reporting, governance e KPI al pari di un fondo immobiliare core-plus.

L’innovazione diventa parte integrante di questa prospettiva: dall’agricoltura di precisione alla sensoristica IoT, dai sistemi di tracciabilità alimentare alle nuove soluzioni di agrovoltaico, in cui la terra produce insieme cibo ed energia pulita. Tecnologie che trasformano l’asset agricolo in un motore di valore sostenibile

Il nostro posizionamento come società benefit ci consente di porre anche l’attenzione al territorio, alla rigenerazione dei paesaggi, alla valorizzazione delle comunità locali: investire in agribusiness significa far convergere obiettivi economici, ambientali e sociali.

Il capitale del futuro non nasce soltanto da strutture, ma da terra fertile, acqua e tecnologia: risorse che generano valore e futuro. È in questa direzione che Morning Capital guarda all’agribusiness, come a un’estensione naturale di un real estate rigenerativo, tecnologico e sostenibile.

Fonti di riferimento su AgriBusiness

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